sono più di sette anni che vivo in centro a roma.
le mie origine sono sì romane ma non cittadine, bensì della provincia a nord della capitale.
sono cresciuta in un grosso paese dove da piccola giocavo per la strada e dove conoscevo tutti i vicini e tutt'oggi ogni volta che ci torno si respira l'aria di paese anche se paese non è più, essendo oramai diventato vera e propria periferia di roma.
il fatto di approdare in città ha avuto notevoli vantaggi per me all'inizio,
dato che effettivamente la mia vita era a roma comunque, data la vicinanza estrema con roma era una cosa naturale, quindi sono sempre stata una pendolare per l'università e tutto il resto, anche uscire di sera era stare a piazza fiume e dintorni.
dicevo..quando sono arrivata in città ho notato solo i pregi che mi offriva la vita.
facilità di spostamenti, dato che sono in una zona ben servita dai mezzi pubblici.
stranamente, ma giuro (suicidi a parte sotto la metro) non ho mai avuto problemi di ritardi ed io mi sposto sostanzialmente in metro e bus.
uscire era diventato un gioco, a piedi in bici o al massimo con l'autobus potevo arrivare ovunque e non mi sembrava vero.
andare al cinema a piedi per me era un'utopia..
poi l'anonimato della città devo dire che è una cosa che mi ha sempre affascinato.
il fatto che nessuno ti caga e ti conosce mi da quella libertà che non ho mai avuto a casa dai miei, dato che se pure non mi vedevano direttamente c'era qualcuno che riportava a loro SEMPRE fatti e misfatti..
questo salto, mi ha liberato di tanti blocchi, anche nel modo di vestire e di approcciare con gli altri.
assolutamente la comodità nell'avere tutto dai servizi agli accessori -chiamiamoli così- a portata di mano, è stata la cosa principale che mi ha fatto amare roma alla follia.
quindi non roma in quanto tale, ma in quanto
roma=città, uscire tutte le sere e trovare qualcosa da fare
roma=indipendenza, vivere da sola e lontana dai miei, anonimato
roma=autonomia, movimenti e spostamenti facili, fluidi
roma=comodità, avere tuttissimo a portata di mano (anche un drugstore aperto h24) e non avere bisogno di altro.
quindi diciamo che del paese mi mancava davvero poco,
le chiacchierate in terrazzo con la vicina fumando una sigaretta,
le mie amiche a un tiro di schioppo, quindi uscire e fare un'improvvisata ad un'amica non era una cosa macchinosa come può essere ora.
e poco poco altro..
oggi a 7 anni di distanza posso dire di averne abbastanza della città..
e soprattutto ne ho abbastanza della città proprio ora che ho un figlio.
diciamo che per motivi logistici sono costretta a spostarmi di più in macchina, e questo comporta un aumento dello stress e dell'odio che mi sta montando dentro verso roma..
non è un caso che scriva oggi che è un qualsiasi giorno di pioggia, e che ho impiegato più di un'ora per 5 chilometri andata e 5 ritorno.
non sopporto più di non avere l'orizzonte,
se guardo intorno a me è tutto limitato, da palazzi, macchine, alberi, comunque per vedere il cielo devo proprio alzare la testa, cosa che dopo un po' ti dimentichi quasi di fare..
non sopporto il traffico,
migliaia di macchine e scooter, parcheggiate in doppia fila, sui marciapiedi, sulle strisce pedonali.
non sopporto l'indifferenza della gente,
che se vede un barbone non lo vede; che se cadi non si ferma a chiedere "stai bene?"; che sei fai le scale con un passeggino ed un bambino dentro non ti aiuta, che se ti incontra fuori dal portone non ti riconosce più e neppure ti saluta.
il menefreghismo delle persone prese solo da se stesse,
di chi ti blocca la macchina perché deve fare i cazzi suoi, o si parcheggia sulle strisce per prendersi un caffè o le sigarette, o blocca le rotaie di un tram, fregandosene che 50 persone faranno tardi in ufficio, o usa il posto dei disabili con un finto permesso facendo anche il gradasso con gli amici.
non sopporto più lo smog,
che lo respiriamo non solo dal naso a dalla bocca ma che si impregna sui vestiti i cappotti e non ci rendiamo conto dello schifo che è fino a quando non passiamo un batuffolo bianco sulla pelle la sera prima di andare a letto.
non sopporto le merde di cane sui marciapiedi,
dei cani dei signori, che non si possono sporcare le mani per raccoglierla, che pensano che sia il tributo che la città gli deve solo per il fatto che la abitano.
credo di essere arrivata al limite di sopportazione massimo.
e credo che andandomene rimpiangerò solamente i gabbiani che la mattina vengono a mangiare sulla finestra della cucina.. (a meno che non mi trasferisca al mare..)
scusate lo sfogo..
e.